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Piante velenose
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Aconitum variegatum L

ACONIO

Nome volgare: Aconito screziato
Tipologia: Pianta Velenosa

Nome volgare: Aconito, Napello, Strozzalupo, Erba tora, Risigallo,Erba riga, Radice del diavolo, Erba velenosa.

Forma biologica: G rhiz-Geofita rizomatosa (Piante con un particolare fusto sotterraneo, detto rizoma, che ogni anno emette radici e fusti avventizi).

Descrizione: Pianta erbacea perenne, con rizoma tuberoso di forma conica, fusti eretti, semplici o poco ramificati. Ogni anno, al tempo della fioritura, accanto al tubero vecchio si sviluppano dei tubercoli laterali con gemme che nell’anno seguente produrrano nuove piante. Altezza da 50 a 150 cm.

Le foglie sono 2-3 palmatosette e non superano di solito i 10 cm, strettamente divise sino alla base in lacinie linerari e sottili. Il lembo è verde scuro brillante.
I fiori sono riuniti in una densa spiga terminale, generalmete ramosa alla base. Sono portati da peduncoli hanno calice corollino, zigomorfo pentamero (elmo) di colore viola-cupo 2-3 cm. In questa specie l’elmo è generalmente alto quanto largo, o più alto.
I frutti sono follicoli che contengono più semi angolosi, neri e lucenti.

Antesi: Luglio – Agosto

Tipo corologico: Europ. (Areale europeo).

Distribuzione in Italia: Valle d'Aosta, Piemonte, Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Liguria.

Habitat: Prati, pascoli, luoghi umidi, ai margini dei boschi di montagna con una decisa preferenza per i terreni che fiancheggiano le malghe, crescono quasi sempre in gruppo.
La pianta preferisce i terreni argillosi e silicei. Da 600 a 2.600 m.

Note di sistematica: Genere estremamente polimorfo, con numerose varietà e sottospecie che danno origine a numerosi ibridi. Aconitum napellus viene considerato come un gruppo di specie e forme debolmente differenziate fra loro i cui caratteri distintivi si possono rilevare solo attraverso un esame approfondito.

Etimologia: Il nome del genere pare derivi dal greco “aκόνtιον” = “dardo o giavellotto”, perché la pianta era usata dai barbari per avvelenare le frecce, o da “aκόνη” = ”pezzo di pietra”, perché la pianta vive in luoghi rocciosi, o ancora da” konè” = “uccisione”. Plinio fa risalire il nome ad Aconae, luogo vicino ad Eraclea dove Ercole scese agli inferi. Il nome specifico dal latino significa “rapa” a indicare la forma del rizoma.

Proprietà ed utilizzi: Tutte le specie di Aconitum contengono l’alcaloide aconitina, che è una delle sotanze vegetali più tossiche che si conoscano: bastano pochi milligrammi per procurare la morte. Nonostante ciò, alcune specie sono utilizzate a scopo medicinale, la pianta se utilizzata correttamente ha infatti numerosi effetti terapeutici.
Erba sedativa, antireumatica, diaforetica, analgesica, antipiretica diuretica, irritante .
Agisce sul cuore e il sistema nervoso centrale: prima eccita, poi paralizza i centri nervosi. Agisce inoltre sulle terminazioni nervose motorie e sensoriali producendo rispettivamente un effetto paralizzante e fenomeni di anestesia.
Nei casi di avvelenamento, la morte può avvenire per edema polmonare e per arresto respiratorio.
Per uso interno, utile nelle nevralgie facciali e per alleviare il dolore nelle artriti e nella gotta.
Per uso esterno contro sciatica e artriti.
Attenzione si possono verificare irritazione e intossicazioni anche solo tenendo in mano l’Aconito, i principi attivi vengono assorbiti attraverso la pelle. In particolare l'azione irritante è legata alla liberazione di glucosidi da parte del fusto e delle foglie ciò avviene quando vengono maneggiati. Questo meccanismo è assai sviluppato nelle Ranuncolacee, i glucosidi liberati in risposta agli insulti meccanici sono tossici per la pianta stessa, tanto che è una caratteristica delle Ranuncolaceae di non conservarsi dopo essere state recise.
Plinio parlava di questa pianta come dell’ ”arsenico vegetale” alcuni popoli antichi se ne servivano per avvelenare i lupi e le volpi; in Nepal veniva usato il succo delle radici, spalmato sulla punta delle frecce.
La bellezza dei suoi fiori ne fa una pianta coltivata a scopo decorativ

Curiosità: Secondo una leggenda l'Aconito dovrebbe la sua origine alla caduta della bava di Cerbero (figura della mitologia greca, posta a guardia dell’ingresso degli inferi). Leggenda che testimonia come le proprietà tossiche dell'Aconito fossero ben note, tanto che nell'isola di Ceos era usato per uccidere gli anziani considerati ormai inutili. Anche il termine Aconitum, oltre che la pianta, indica genericamente qualsiasi veleno ad azione rapida e il plurale significa "pozioni avvelenate".

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Aconitum vulparia Reichem

 

A.V

Nome volgare: Aconito giallo

Tipologia: Pianta Velenosa

Pianta erbacea alta 80-120 cm con fusto ascendente, cilindrico e pubescente nella parte superiore. Nel Parco la si può trovare nei boschi umidi di fondovalle, solitamente vicino ai corsi d'acqua.Le foglie basali sono verde-scuro con picciolo lungo (circa 20 cm) e lamina palmata, divisa in 5 segmenti lobati e dentati. Le cauline sono simili, ma sessili e con incisioni più profonde.L'infiorescenza a spiga è ramosa e fogliosa, formata da 10-20 fiori giallastri (lunghi circa 3 cm) con una caratteristica forma ad elmo, portati su brevi peduncoli arquati.I frutti sono follicoli.

Particolarità:E' una pianta molto velenosa, i suoi estratti venivano usati per avvelenare le esche di topi, lupi e volpi (da cui sono nati i nomi volgari di "vulparia", "strozzalupi"). E' un potente anestetico che provoca paralisi cardiaca o respiratoria; il veleno può essere assorbito anche attraverso la pelle e provocare dermatiti.
Fin dai tempi antichi si spalmavano di aconito le spade, le lance e le frecce provocando ferite mortali per i nemici.

Nel Medioevo era un'erba usata per sortilegi e malefici operati da maghe e streghe. Per questo ispirò il simbolo della Vendetta e del Maleficio.

Per le caratteristiche della famiglia delle Ranunculaceae

Fungoceva. Agraria Erbario Funghi d'italia
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